Ortodonzia e Parodonto

La salute parodontale è d’importanza fondamentale per il successo a breve e a lungo termine di un trattamento ortodontico: l’ortodontista deve quindi avere una buona conoscenza della malattia parodontale e degli effetti causati dallo spostamento dentale sui tessuti di sostegno in modo da eseguire una diagnosi corretta e predisporre un piano di trattamento adeguato per evitare la perdita di attacco e le recessioni gengivali. Non si deve mai iniziare un trattamento ortodontico in presenza di malattia parodontale attiva e i pazienti che hanno presentato in passato questa patologia devono essere seguiti attentamente per prevenire le ricadute.

La malattia parodontale è caratterizzata da infiammazione gengivale ed associata a una perdita di attacco connettivale e di osso. La malattia ha una progressione a gradini, con riacutizzazioni accompagnate da perdita di attacco e seguite da remissioni periodiche variabili da caso a caso. Il trattamento si basa sull’associazione tra terapie locali (detartrasi, curettage, irrigazioni delle tasche, chirurgia parodontale) e sistemiche con tetracicline o con un’associazione amoxicillina- acido clavulanico.

In diverse situazioni il parodonto può trarre vantaggio dall’ortodonzia:

Affollamento. L’allineamento dentario assicura contorni gengivali armoniosi e permette di ridurre i depositi alimentari. Una forma dell’arcata irregolare e un affollamento favoriscono l’accumulo di placca impedendo l’autodetersione operata da lingua, labbra e guance.

Allungamento della corona clinica. L’estrusione ortodontica lenta di un elemento dentario migliora non solo la situazione parodontale (il parodonto profondo segue il dente), ma anche l’estetica, perché permette l’allineamento dei margini cervicali.

Patologia parodontale progressiva con riassorbimento osseo orizzontale. Quando la perdita d’osso raggiunge un grado eccessivo, si assiste a uno spostamento dentale provocato dalle forze occlusali che in questi casi superano il livello fisiologico. Si creano così nelle zone anteriori diastemi con aggravamento di overjet e overbite: infatti i denti, non più contenuti dal contatto occlusale, si vestibolarizzano e si estrudono. In questi casi la terapia parodontale da sola non è in grado di creare una situazione di stabilità, che può essere raggiunta solo con la ricostruzione di un’occlusione corretta.

Raddrizzamento dei molari a fini implantari o protesici.

Chiusura dei diastemi.